Bauman: "Le emozioni passano
i sentimenti vanno coltivati"
Fonte: Repubblica.it - 20 novembre 2012
Zygmunt Bauman, sociologo e filosofo polacco
Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto di lavoro.
Il grande sociologo spiega come i legami siano stati sostituiti dalle
"connessioni". E aggiunge: "Ogni relazione rimane unica: non si può
imparare a voler bene". Disconnettersi è solo un gioco. Farsi amici
offline richiede impegno.
Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Un tempo, qualche generazione
fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato
una rarità, una scelta invidiabile o folle, a seconda dei punti di
vista. Zygmunt Bauman sull'argomento è tornato più volte (lo fa anche
nel suo ultimo libro Cose che abbiamo in comune, pubblicato da Laterza).
I suoi lavori sono ricchi di considerazioni sul modo di vivere le
relazioni: oggi siamo esposti a mille tentazioni e rimanere fedeli certo
non è più scontato, ma diventa una maniera per sottrarre almeno i
sentimenti al dissipamento rapido del consumo. Amore liquido, uscito nel
2003, partiva proprio da qui, dalla nostra lacerazione tra la voglia di
provare nuove emozioni e il bisogno di un amore autentico.
Cos'è che ci spinge a cercare sempre nuove storie?
"Il
bisogno di amare ed essere amati, in una continua ricerca di
appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati soddisfatti
abbastanza. L'amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il
desiderio di emozioni e la paura del legame".
Dunque siamo condannati a vivere relazioni brevi o all'infedeltà...
"Nessuno
è "condannato". Di fronte a diverse possibilità sta a noi scegliere.
Alcune scelte sono più facili e altre più rischiose. Quelle
apparentemente meno impegnative sono più semplici rispetto a quelle che
richiedono sforzo e sacrificio".
Eppure lei ha vissuto un amore duraturo, quello con sua moglie Janina, scomparsa due anni fa.
"L'amore
non è un oggetto preconfezionato e pronto per l'uso. È affidato alle
nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere ri-generato,
ri-creato e resuscitato ogni giorno. Mi creda, l'amore ripaga
quest'attenzione meravigliosamente. Per quanto mi riguarda (e spero sia
stato così anche per Janina) posso dirle: come il vino, il sapore del
nostro amore è migliorato negli anni".
Oggi viviamo più relazioni nell'arco di una vita. Siamo più liberi o solo più impauriti?
"Libertà
e sicurezza sono valori entrambi necessari, ma sono in conflitto tra
loro. Il prezzo da pagare per una maggiore sicurezza è una minore
libertà e il prezzo di una maggiore libertà è una minore sicurezza. La
maggior parte delle persone cerca di trovare un equilibrio, quasi sempre
invano".
Lei però è invecchiato insieme a sua moglie:
come avete affrontato la noia della quotidianità? Invecchiare insieme è
diventato fuori moda?
"È la prospettiva dell'invecchiare ad
essere ormai fuori moda, identificata con una diminuzione delle
possibilità di scelta e con l'assenza di "novità". Quella "novità" che
in una società di consumatori è stata elevata al più alto grado della
gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a
non tollerare la routine, perché fin dall'infanzia siamo stati abituati a
rincorrere oggetti "usa e getta", da rimpiazzare velocemente. Non
conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un
lavoro scrupoloso".
Abbiamo finito per trasformare i sentimenti in merci. Come possiamo ridare all'altro la sua unicità?
"Il
mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore l'opportunità
di enormi profitti. E ci alletta con la promessa di poter avere tutto
senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio,
risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento.
L'amore richiede tempo ed energia. Ma oggi ascoltare chi amiamo,
dedicare il nostro tempo ad aiutare l'altro nei momenti difficili,
andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è
diventato superfluo: comprare regali in un negozio è più che sufficiente
a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e
attenzione. Ma possiamo comprare tutto, non l'amore. Non troveremo
l'amore in un negozio. L'amore è una fabbrica che lavora senza sosta,
ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana".
Forse
accumuliamo relazioni per evitare i rischi dell'amore, come se la
"quantità" ci rendesse immuni dell'esclusività dolorosa dei rapporti.
"È
così. Quando ciò che ci circonda diventa incerto, l'illusione di avere
tante "seconde scelte", che ci ricompensino dalla sofferenza della
precarietà, è invitante. Muoversi da un luogo all'altro (più promettente
perché non ancora sperimentato) sembra più facile e allettante che
impegnarsi in un lungo sforzo di riparazione delle imperfezioni della
dimora attuale, per trasformarla in una vera e propria casa e non solo
in un posto in cui vivere. "L'amore esclusivo" non è quasi mai esente da
dolori e problemi - ma la gioia è nello sforzo comune per superarli".
In un mondo pieno di tentazioni, possiamo resistere? E perché?
"È
richiesta una volontà molto forte per resistere. Emmanuel Lévinas ha
parlato della "tentazione della tentazione". È lo stato dell'"essere
tentati" ciò che in realtà desideriamo, non l'oggetto che la tentazione
promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un'apertura
nella routine. Nel momento in cui siamo tentati ci sembra di essere
liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora
ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non
ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce e viene
sostituita da una nuova routine. La tentazione è un'imboscata nella
quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente".
Lei
però scrive: "Nessuno può sperimentare due volte lo stesso amore e la
stessa morte ". Ci si innamora una sola volta nella vita?
"Non
esiste una regola. Il punto è che ogni singolo amore, come ogni morte, è
unico. Per questa ragione, nessuno può "imparare ad amare", come
nessuno può "imparare a morire". Benché molti di noi sognino di farlo e
non manca chi provi a insegnarlo a pagamento ".
Nel '68 si diceva: "Vogliamo tutto e subito". Il nostro desiderio di appagamento immediato è anche figlio di quella stagione?"Il 1968 potrebbe essere stato un punto d'inizio, ma la nostra dedizione
alla gratificazione istantanea e senza legami è il prodotto del
mercato, che ha saputo capitalizzare la nostra attitudine a vivere il
presente".
I "legami umani" in un mondo che consuma tutto sono un intralcio?
"Sono
stati sostituiti dalle "connessioni". Mentre i legami richiedono
impegno, "connettere" e "disconnettere" è un gioco da bambini. Su
Facebook si possono avere centinaia di amici muovendo un dito. Farsi
degli amici offline è più complicato. Ciò che si guadagna in quantità si
perde in qualità. Ciò che si guadagna in facilità (scambiata per
libertà) si perde in sicurezza".
Lei e Janina avete mai attraversato una crisi?
"Come
potrebbe essere diversamente? Ma fin dall'inizio abbiamo deciso che lo
stare insieme, anche se difficile, è incomparabilmente meglio della sua
alternativa. Una volta presa questa decisione, si guarda anche alla più
terribile crisi coniugale come a una sfida da affrontare. L'esatto
contrario della dichiarazione meno rischiosa: "Viviamo insieme e vediamo
come va...". In questo caso, anche un'incomprensione prende la
dimensione di una catastrofe seguita dalla tentazione di porre termine
alla storia, abbandonare l'oggetto difettoso, cercare soddisfazione da
un'altra parte ".
Il vostro è stato un amore a prima vista?
"Sì,
le feci una proposta di matrimonio e, nove giorni dopo il nostro primo
incontro, lei accettò. Ma c'è voluto molto di più per far durare il
nostro amore, e farlo crescere, per 62 anni".