lunedì 23 gennaio 2012

Facebook e il cambiamento dell'essere umano


Con la venuta di Facebook molte cose sono cambiate. Il boom della diavoleria zuckerberghiana c'è stato alla fine del 2008, anche se questo social network (ormai poco social) è stato creato e lanciato molto tempo prima (4 febbraio 2004), ma all'inizio in pochi lo usavano e in pochi lo conoscevano. In questi quattro anni "vissuti" in questa sorta di ponte di comunicazione, si possono fare diversa considerazioni al riguardo. Facebook è un Movimento, mettiamocelo in testa, che oltre a far conoscere persone, e farle "innamorare", le educa. Le educa sia nel comportamente che nel modo di scrivere. Se analizzate bene la vostra bacheca e i vostri amici noterete come le scritture si somiglino tutte, sia nella forma che nei contenuti. Un esempio su tutti è l'abuso numerico dei puntini di sospensione (errati, perché la grammatica italiana ne prevede sempre e solo tre . . .) che ha contagiato tutti, dai tredicenni ai cinquantenni. Sinceramente non vorrei essere nei panni di un professore di italiano, ma questa è un'altra storia. Un'altra particolarità molto poco naturale, è l'ostentazione della sensibilità, che si manifesta principalmente nei seguenti casi:
a) Quando muore un vip;
b) Quando una storia finisce, e si vuole esternare a tutti, tramite status, che si è dalla parte del giusto, dei buoni, e che il traditore è l'altro. "Coincidenza" vuole che sia sempre l'altro il cattivo.
Questi due casi particolari coinvolgono tantissime persone, il punto a) è eloquente, chi di noi non si è accorto di questo fatto? del crescente numero di fans improvvisati post mortem? Un caso eclatante fu la morte di Michael Jackson, quando almeno 7 account su 10 avevano la sua foto come immagine del profilo. Il tempo è galantuomo, è il detto più azzeccato in questo caso, con il passare del tempo si scoprono i veri fans e si "smascherano" gli improvvisati. Oggi 23 gennaio 2012, nessuno (ovviamente non posso avere tra gli amici tutti gli utenti di Facebook, parlo del mio gruppo di conoscenze) ricorda più il "Re del pop", né tra gli stati, né con i video, né tanto meno con le immagini. Questo sottolinea quanto sia importante l'aggregazione, il restare dentro al meccanismo conformistico odierno, non bisogna restarne fuori, assolutamente. L'apparire conta sempre più dell'essere, nella Civiltà dei consumi. Successivamente, purtroppo, ci sono stati altri casi di mortalità tra i famosi, ne cito tre su tutti : Mike Bongiorno, Pietro Taricone, e Marco Simoncelli. Quest'ultimo ha sconcertato tutti non tanto per la sua fama, o per la sua bravura nelle due ruote, quanto per la giovanissima età e per la simpatia che suscitava. Il punto b) anch'esso è abbastanza evidente quando accade, anche se è più una prerogativa femminile che maschile, quella degli status - vittimistici dell'amore. Chi non ha mai letto frasi del tipo: "Io sono stata vera, ci hai persone tu!", "Le persone sono false", "Purtroppo dico sempre quello che penso, perché sono schietta" etc etc. (questo non vuole essere un attacco al genere femminile, anzi, è un fatto più femminile che maschile, perché stupidamente gli uomini provano vergogna ad esternare "un abbandono"). Insomma gli altri hanno la colpa su tutto, e gli ex da bellissimi e speciali, diventano improvvisamente brutti e falsi. Non mi è mai capitato di leggere negli stati di qualcuno un mea culpa, una qualsiasi ammissione di colpa, non so se questo fattore è tipico del Belpaese o una cosa che riguarda tutto il globo terrestre, ma comunque è particolarmente curioso che siano sempre gli altri a peccare. Passiamo ora dal fattore sentimentale al fattore dell'apparire. Le foto sono l'ossessione numero uno degli utenti facebookiani, oltre a testimoniare la presenza spasmodica in posti come le discoteche (le foto con il drink in mano vanno per la maggiore) la foto serve per mostrarsi agli altri, in modo impeccabile però, dietro c'è un lavorone di Photoshop e di angolazione, come la foto con il cellulare dall'alto verso il basso, che cambia radicalmente l'aspetto di una persona. Sicuramente vi sarà capitato di uscire con persone conosciute tramite internet, e al primo impatto di rimanere sorpresi, sorpresi di scoprire che in realtà la persona che abbiamo davanti è diversa, e di molto, dalle fotografie che aveva caricato sul suo profilo. Ho parlato fin qui solo di aspetti negativi, ma Facebook ha anche degli aspetti positivi, sicuramente. Ad esempio se non ci fosse stato questo Social Network, il referendum abrogativo del giugno 2011, sulla privatizzazione e gestione dell'acqua sarebbe passato sicuramente nelle mani di privati. Questa informazione alternativa aveva compensato la scarsa informazione data dai media (ad hoc nel caso del Tg1 di Minzolini, a quei tempi ancora direttore), sul referendum e la poca voglia di informarsi da parte di molti cittadini. Ci fu una vera e propria campagna a favore dei quattro Sì, il web aveva sostituito l'informazione televisiva. Altri aspetti positivi sono sicuramente quelli di nuove conoscenze, sia amicali che affettive. Facebook ha fatto conoscere realmente milioni di persone, portandole addirittura sull'altare. Anche nell'ambito lavorativo molti utenti hanno goduto di questa piattaforma di comunicazione, molti hanno trovato lavoro, e un'occupazione stabile, altri hanno potuto mostrare al mondo il loro lato artistico, pittorico o musicale. Tutto questo per dire che nulla è come sembra, e soprattutto ogni cosa nasconde il suo lato oscuro, ogni cosa. Mi batto da sempre per l'unicità dell'essere umano per l'indipendenza dell'uomo al di fuori della massa. Quella splendida unicità che ci rende diversi da un altro essere umano, deve rimanere intatta. Tutto si sta appiattendo e uniformando, non dobbiamo permetterlo. Quando si usa una piattaforma come questa bisogna essere coscienti e indipendenti. Facebook dovrebbe essere una piacevole distrazione, e non uno strumento atto a cambiare le idee e le abitudini delle persone, non abbiamo bisogno di altro conformismo, per quello ci pensa già da anni la televisione.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con gran parte delle cose che hai detto. Non sono però concorde con Facebook come passatempo, o semplice distrazione.Anzi, al contrario di come la pensi tu, credo che la "colpa maggiore" di chi usa questi social network sia proprio il considerarli distrattamente. In tutto questo, la colpa maggiore non è dei social network, ma di chi li usa, in modo completamente errato. In tutto questo, credo manchi un'educazione al web, che arrivati all'alba del 2012, risulta una realtà alquanto assurda.

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    1. Buongiorno. Hai ragione, ma bisogna essere coscienti della "distrazione". Non è facile purtroppo. Quello che dici tu è vero, ma né i genitori né le istituzioni possono ormai fermare un meccanismo che ci è esploso in mano. Come la storia dell'euro, è impensabile che ora si possano cambiare i parametri dei prezzi, sui beni di consumo, si doveva fare prima, con la sua nascita. Purtroppo Facebook sta annullando l'uomo e lo sta portando alla completa distruzione. Te lo dice un consumatore stesso di Facebook, che sta cercando di usarlo il meno possibile. Non è per Facebook in sé ma per il fatto che ci toglie spazio alla nostra creatività (che è intrinseca in ognuno di noi)e alla possibilità di esprimerci. Forse è proprio quello che vogliono i padroni di questo insulso pianeta, distrarre l'uomo, l'essere umano da ciò che potrebbe fare. Grazie per aver contribuito attivamente con la tua risposta. Buona giornata. :)

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