La figura di Adelaide Antici, madre di Giacomo Leopardi
Un ritratto della marchesa
Adelaide Antici Leopardi
Chi era Adelaide Antici?
«Era una fanciulla di bellezza severa, da gli occhi di zaffiro
splendenti e intelligenti, benché velati da una pensosa malinconia; dai
corti capelli ricciuti d'un castano chiaro tendente al biondo, da
l'aspetto maestoso, che pareva accordarsi perfettamente al carattere del
vetusto palazzo di cui diveniva signora; alta e con un portamento da
regina, ella nelle graziose acconciature e nelle succinte vesti, di cui
la moda era venuta allora da Parigi, nulla perdeva de l'austerità
naturale; e il viso, soprattutto gli occhi e la fronte, restavano
severamente assorti, come in un mesto pensiero, sotto i diffusi riccioli
ornati da un filo di perle, da un nastro di velluto e da un capriccioso
spennacchietto. Tale ci appare in una miniatura sopra una tabacchiera
di Monaldo; nessun sorriso, nessuna mollezza nelle austere sembianze:
non sembra una delle graziose, voluttuose donne del secolo passato, ma
un'antica matrona travestita». [1]
La marchesa, Adelaide Antici, moglie di Monaldo Leopardi, e madre di Giacamo Leopardi, è stata una figura materna distante per l'intellettuale di Recanati. Per Giacomo e per gli altri fratelli (Carlo e Paolina), infatti, la marchesa è stata sempre una madre fredda, affettivamente distaccata, e opprimente. Aveva un modo tutto suo di occuparsi dei figli, leggendo la loro
corrispondenza e osservando tutto quello che facevano: «lo sguardo di
nostra madre ci accompagnava sempre, era l'unica sua carezza», ricorda
il figlio Carlo,
mentre la figlia Paolina scrisse di sentirsi oppressa da una madre che
«gira per tutta la casa, si trova per tutto e a tutte le ore».
Chi colmava le carenze affettive della madre, nell'abitazione recanatese, era Monaldo, che faceva sia le veci di padre che di madre appunto. Monaldo, dopo gli insuccessi economici (aveva perso molti scudi, per un precedente fidanzamento fallito, e per una errata speculazione sul commercio del grano), perde il ruolo vero e proprio di capofamiglia, lasciando la totale amministrazione dei beni di casa Leopardi, alla moglie, dedicandosi anima e corpo all'istruzione dei figli, soprattutto a quella di Giacomo.
Improvvisatasi capofamiglia Adelaide Antici, risollevò magistralmente le sorti economiche della famiglia Leopardi, riportandola ai vecchi albori.
La marchesa non usciva mai di casa, la sua fortezza, casa Leopardi, era il mondo, e tutto ciò di cui necessitava una famiglia e un essere umano (secondo lei) si trovava lì dentro. Non usciva mai né voleva che estranei invadessero il suolo domestico, sia fisicamente, sia tramite rapporti epistolari, come già detto precedentemente, leggeva continuamente le corrispondenze che erano dirette ai figli.
La marchesa non usciva mai di casa, la sua fortezza, casa Leopardi, era il mondo, e tutto ciò di cui necessitava una famiglia e un essere umano (secondo lei) si trovava lì dentro. Non usciva mai né voleva che estranei invadessero il suolo domestico, sia fisicamente, sia tramite rapporti epistolari, come già detto precedentemente, leggeva continuamente le corrispondenze che erano dirette ai figli.
Neanche la sua fede incrollabile verso il Signore la faceva muovere di casa, non andava più a messa, e se provava ad allontarsi dalla sua dimora, aveva degli improvvisi mancamenti.
Discutibile e poco umano il rapporto con il figlio e con la sua malattia*, vedeva i mali di Giacomo, come quasi un segno divino, era contenta che i figli morissero, e doveva essere lieta che il figlio fosse "deforme" e rinunciasse completamente ai piaceri e alle gioie della giovinezza, perché le morti e le malattie dei figli erano un dono che lei faceva a Dio e che Dio ricambiava.
Su questo pensiero distorto, infatti, lo stesso Giacomo scrisse di lei impietosamente: «Considerava la bellezza come una vera disgrazia, e vedendo i
suoi figli brutti o deformi, ne ringraziava Dio, non per eroismo, ma di
tutta voglia. Non procurava in nessun modo di aiutarli a nascondere i
loro difetti, anzi pretendeva che in vista di essi, rinunziassero
intieramente alla vita nella loro prima gioventù; se resistevano, se
cercavano il contrario, se vi riuscivano in qualche minima parte, n'era
indispettita, scemava quanto poteva nell'opinione sua i loro successi
(tanto de' brutti quanto de' belli, perché n'ebbe molti) e non lasciava
passare, anzi cercava studiosamente l'occasione di rinfacciar loro, e
far loro ben conoscere i loro difetti, e le conseguenze che ne dovevano
aspettare, e persuaderli della loro inevitabile miseria, con una
veracità spietata e feroce. Sentiva i cattivi successi de' suoi figli in
questo o simili particolari, con vera consolazione, e si tratteneva di
preferenza con loro sopra ciò che aveva sentito in loro disfavore. Tutto
questo per liberarli dai pericoli dell'anima, e nello stesso modo si
regolava in tutto quello che spetta all'educazione de' figli, al
produrli nel mondo, al collocarli [...] questa donna aveva sortito dalla
natura un carattere sensibilissimo ed era stata così ridotta dalla sola
religione».
Al contrario, Monaldo, si affliggeva e piangeva continuamente per le malattie dei figli e di Giacomo.
Adelaide Antici morirà nel 1857, precisamente venti anni dopo Giacomo e dieci dopo Monaldo. La figlia Paolina che subì molto questa figura materna opprimente, forse più degli altri, vivrà la morte della madre come una vera e propria liberazione.
* Giacomo Leopardi era affetto da tubercolosi ossea (o morbo di Pott), possedeva una vista precaria, aveva due gobbe, una nella parte anteriore e una nella parte posteriore del torace. La parte superiore del corpo era meno sviluppata rispetto a quella inferiore, era alto 1,41 cm.
[1] E. Boghen-Conigliani, La donna nella vita e nelle opere di Giacomo Leopardi, Firenze, Barbera, 1898, pp. 3-4.
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