mercoledì 18 luglio 2012

Né con te, né senza di te di Umberto Galimberti

Né con te, né senza di te

 di Umberto Galimberti



Nel Disagio della civiltà Freud scrive:

"Umanità ha sempre barattato un po' di felicità per un po’ di sicurezza"

Qual è Il senso? Mi aiuti a capire, se possibile. Qual è Il senso della coppia? Che cosa significa Innamorarsi? Esiste l'amore, oppure è un nume che si attribuisce a una serie di stati d'animo e di proiezioni? Solitudine, passione, Incomprensione, Indifferenza, sessualità, erotismo ... ? E li matrimonio? Esistono dei matrimoni riusciti, cioè nel rispetto di se stessi e dei proprio coniuge? Reali In ogni Istante e non nel ricordo di una condivisione passata o di una idealizzazione dei presente o, ancor peggio, allenati dalla routine e assopiti dalle responsabilità sociali (lavoro, figli, ruoli coniugali ... )? Guardandomi Intorno, osservando le relazioni sentimentali di amici e conoscenti, e sulla base di esperienze personali, mi sembra di poter constatare che una relazione è più o meno duratura nella misura In cui ci si alterna a 'rincorrerei uno o l'altro membro della coppia. Fino a quando uno dei due sfugge e 'tradisce' l'altro, dedicandosi a proprie passioni e progetti, la coppia ha una speranza di vita. La relazione vive nell'alternanza di tradimento e ritorno all'altro. Ma se al ritorno si è irriconoscibili? Come disse Nietzsche "i diversi mari e zone di sole ci hanno mutati'. E allora: la promessa di fedeltà eterna su cui si basa Il matrimonio cristiano, che valore ha se l'uomo, per essere degno a se stesso, deve navigare mari lontani e sempre diversi? La mia razionalità mi dice che ogni esperienza mi rende diversa e la mia diversità spesso richiede compagni di viaggio differenti, ma il mio cuore è costantemente straziato dal lutti di cui devo soffrire. è possibile conciliarli? E soprattutto è possibile godere pienamente di un amore pur sapendo che nel momento In cui nasce si avvia Inesorabilmente alla sua morte? Dov'è l'errore di fondo nelle relazioni che Instauriamo se per farle vivere pienamente abbiamo bisogno di considerarle interminabili? Mi scuso per la quantità dì domando che le rivolgo ma la lotta tra ragione e sentimento è così lacerante che mi rendo debole e confusa. Se può Indirizzare su questi quesiti una luce di verità, che gli attribuisca un significato, mi aiuterebbe a trovare un senso laddove Il senso, mi pare dì constatare, non esiste.

Emanuela - Genova


                                                                   Umberto Galimberti


Il problema che lei solleva non è, come potrebbe sembrare, un problema da adolescenti, ma un problema molto serio: si tratta niente di meno che della dialettica lo/Noi, perché ogni volta che siamo in relazione con l'altro, mettiamo in atto anche il nostro desiderio di non annullarci nell'altro. Vogliamo essere con l'altro, ma nello stesso tempo, per salvare la nostra individualità, vogliamo non esserci completamente. Di qui quell'esserci e non-esserci, quel rincorrersi e tradire, che fa parte della relazione amorosa. Perché l'amore è una relazione, non una fusione. Se infatti non esistessimo come individualità autonome, non solo non potremmo incontrare l'altro e metterci in relazione, ma non avremmo neppure nulla da raccontare all'altro fuso simbioticamente con noi. Quando lei o lui iniziano un viaggio fuori dal "NOI" e che prescinde dal "NOI" solo per i precetti religiosi, tradiscono, in realtà salvano la loro individualità dall’abbraccio mortale del "Noi" che non emancipa, non consente né arricchimenti, e neppure parole da scambiare che non siano già dette o già sapute prima che siano pronunciate. Tutto questo per dire che l'amore non è possesso, perché il possesso non tende al "bene dell’altro" né alla lealtà verso l'altro, ma solo al mantenimento della relazione che, lungi dal garantire la felicità, che è sempre nella ricerca e nella conoscenza di sé, la sacrifica in cambio di sicurezza. Siamo in due, non sappiamo più chi siamo, ma siamo insieme ad affrontare il mondo. Due esistenze negate, ma tutelate. Amore è cosa difficile, perché sempre ci si confonde e non ci si chiarisce se si ama l'altro o si ama la relazione, sé sì soddisfa il nostro bisogno di sicurezza o il nostro bisogno di felicità. Oppure si vuole la felicità. ma non i suoi costi, e in alternativa si vuole la sicurezza, ma non la sua noia. Amore è un gioco di forze dove si decide a quale dio offrire la propria vita: al dio della felicità che sempre accompagna la realizzazione di sé, o al dio della sicurezza che molto spesso si affianca alla negazione di sé. Una cosa però è certa che nella relazione, nel "NOI" non ci si può seppellire come in una tomba, ogni tanto bisogna uscire se non altro per sapere chi siamo senza di lei o di lui Solo gli altri, infatti, ci raccontano le parti sconosciute di noi. Gli altri se li lasciamo parlare, senza soffocarli con il nostro bisogno di conferme che di solito, sbagliando, siamo soliti chiamare bisogno d’amore.

Nessun commento:

Posta un commento