martedì 4 settembre 2012

Dassi o dessi? Stassi o stessi?

Dassi o dessi? Stassi o stessi?

Fonte: corriere.it

Giacomo Leopardi


Dessi e stessi, naturalmente. Sono le sole forme corrette del congiuntivo imperfetto di dare e stare. Eppure, non dev’esser stato sempre così chiaro se addirittura Giacomo Leopardi, in un giorno di malinconia, in una lettera si lasciò scappare: “Si sta in mezzo alla moltitudine... come si stasse in solitudine”. Orrore! Già, ma perché un grande della poesia può aver commesso un errore simile? Forse per influenza dialettale? È vero: ai tempi di Leopardi la lingua italiana parlata non era stabile nelle forme come lo è oggi, anzi, la lingua parlata era più spesso il dialetto, e nella lettera forse il nostro grande voleva usare un linguaggio più colloquiale. Ma questa giustificazione non ci basta, o meglio, non basta per un Leopardi. Facciamo qualche altra congettura. I verbi dare e stare sono della prima coniugazione (in are) ma sono irregolari. Le forme dassi e stassi possono essere nate per analogia con le forme corrispondenti dei verbi regolari: amare fa amassi; lodare fa lodassi eccetera. Questa sembra una ragione già più convincente. Resta il fatto che anche Leopardi si è fatto prendere in castagna.


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